Samuele Mazzuchelli, un domenicano a Nauvoo

Samuele Mazzuchelli nasce nel 1806 in una ricca famiglia milanese e, dopo aver studiato dai somaschi a Lugano, a diciassette anni diventa novizio domenicano e studia a Faenza e Roma. Nel 1828 si trasferisce negli Stati Uniti e due anni dopo diventa sacerdote a Cincinnati, per poi partire nella regione dei Grandi Laghi. Lì svolge il ministero fra i cattolici di origine francese, tedesca e irlandese diventando una delle più importanti figure cattoliche nell’area. Gli irlandesi trasformeranno Mazzuchelli in "Matthew Kelly", nome più pronunciabile per loro. Predica anche fra gli Amerindiani, pubblicando nel 1833 il primo libro in lingua winnebago, e viene chiamato “veste nera” per via della tenuta domenicana. Legatosi ai politici dei neonati Iowa e Wisconsin, lavora al disegno del vecchio campidoglio dell’Iowa a Iowa City, al tribunale della contea di Jo Daviess a Galena (Illinois), alla cattedrale di Dubuque (Iowa) e oltre una ventina di altre chiese nelle parrocchie che aveva fondato. Nel 1844 fa un soggiorno in Italia, dove pubblica un libro di memorie, e poi ritorna negli Stati Uniti dove fonda le suore domenicane di Sinsinawa e continua a lavorare in ambito educativo e religioso fino alla morte nel 1864 a Benton, nel Wisconsin, dove è sepolto nella chiesa di St. Patrick

Di seguito riporto il capitolo 44 (pp. 295-303) di Memorie istoriche ed edificanti d'un missionario apostolico dell'ordine dei predicatori fra varie tribù di selvaggi e fra i cattolici e' protestanti negli Stati-Uniti d'America, in cui racconta la sua visita a Nauvoo all'inizio del 1843. Per coincidenza questo è anche l’anno in cui i missionari mormoni battezzano a Boston il primo italiano, il marinaio palermitano Giuseppe Taranto (più noto come Joseph Toronto). È possibile che Mazzuchelli sia stato l'unico italiano ad aver mai incontrato Joseph Smith e trovo interessante vedere le impressioni e il punto di vista di un cattolico sui mormoni dell'epoca, anche se ovviamente molto di parte. La storia del manoscritto Spaulding, come detto nello scorso post, era una credenza errata ma popolare nel XIX secolo; la stima degli abitanti di Nauvoo nel 1843 è accurata, mentre quella di 100.000 membri è un'esagerazione tipica della Chiesa in quanto all'epoca il totale dei mormoni non era più di 25.000 persone.

 

[295]

ARTICOLO XLIV

Il falso profeta Giuseppe Smith. Libro d’oro di Mormone. Setta dei santi degli ultimi giorni e loro assurde dottrine.

Era nel mese di febbraio 1843, quando il Missionario volle vedere e conversare con un eresiarca da alcuni anni noto in tutte le parti della Repubblica, e anche in Inghilterra: a tale oggetto lasciò per pochi giorni la città di Burlington e portossi a quella di Fort-Madison, ove il reverendo J. Alleman esercitava il santo ministero. Discendendo poi per dieci miglia sul ghiacciato

[296]

Mississippì, giungeva a Nauvoo, rinomata città dei Mormoni. Là il famoso profeta Giuseppe Smith fondatore della setta ha la sua residenza.

Ad eccitare nell’animo del pio lettore sentimenti di eterna gratitudine verso il Signore, alla cui misericordia deve il prezioso dono della fede, si darà qui una idea della nuova religione dei Mormoni, la quale, benchè fondata sulla più grande impostura, e professando le più stravaganti ed assurde dottrine, ha nondimeno trovato un gran numero di seguaci nella cieca credulità e fanatismo di quelli, sopra i quali non risplende la luce della cattolica verità.

Il falso profeta ed eresiarca Giuseppe Smith, primo autore della setta dei Mormoni o Santi degli ultimi giorni, è un uomo dell’età di trentanove anni, alto e ben proporzionato nella persona: la sua fisonomia non manifesta niente di amabile o di assennato, i suoi sguardi indicano tutt’altro che la pietà, le sue maniere sono piuttosto rozze; nato da parenti poveri, non ebbe che i vantaggi d’una educazione ordinaria; ha moglie e figli. La sua influenza sopra la setta è quasi illimitata, e cerca tutte le vie di conservare i Mormoni nella credenza che egli è un profeta dell’Altissimo, col quale dice di avere frequenti colloquj, e per la di cui ispirazione dirige e governa la nuova chiesa dei Santi degli ultimi giorni. All’occasione che il Missionario andò a visitarlo gli dichiarò solennemente che egli aveva più volte veduto Dio faccia a faccia, e d’avere avuto più rivelazioni dell’Apostolo s. Paolo, al quale dicevasi non inferiore in bontà. Tanta è la sua impostura e sfacciataggine, che in una predica si annunziò grande come Mosè e come Gesù Cristo. Della sua immorale condotta molto fu detto anche dai suoi proprj seguaci. Alla cooperazione di alcuni interessati compagni, tra i quali ancora si distinguono Sidney Rigdon, Parley P. Pratt e John Taylor, ed all’igno-

[297]

ranza religiosa del popolo protestante deve il falso profeta la propagazione delle sue eresie.

La storia di questo grande impostore del nostro secolo comincia nel 1823 allorchè trovavasi egli solamente nel diciassettesimo anno di sua vita. Giuseppe Smith ci assicura che nel giorno 22 settembre di quell’anno un angelo gli apparve dal cielo ad assicurarlo che i suoi peccati gli erano perdonati ed a rivelargli ove troverebbe un antico libro scritto su lamine d’oro intitolato, Libro di Mormone, scritto da un certo Moroni, ultimo della tribù dei Nefiti della razza d’Israele, e depositato circa mille e quattrocento anni fa in una cassetta di pietra sopra il colle Camora nello stato di Nuova-York.

Il desiderio però concepito da Giuseppe Smith d’arricchirsi coll’acquisto del libro d’oro, fece sì che quando si accinse a trarlo dal luogo indicato, l’angelo non permise ch’egli ne ottenesse il possesso. Nel 22 settembre 1827 l’angelo del Signore apparve di bel nuovo al profeta per consegnarli il Libro di Mormone, unitamente a due pietre chiamate Urim e Thummim (1), guardando a traverso delle quali egli sarebbe in istato di tradurre miracolosamente dalla lingua egiziaca nella inglese quanto era scritto sulle lamine d’oro. Dopo varie vicissitudini Giuseppe Smith coll’assistenza di due compagni impiegati come scrittori, fece fine alla traduzione nel 1830. Ciò recato ad effetto l’angelo apparve di bel nuovo e portò via quelle lamine portentose.

Il libro di Mormone o ricordi dei Nefiti forma un volume di 500 pagine in ottavo contenente quindici differenti libri supposti l’opera dei differenti autori di cui portano il nome. L’istoria di questi libri comprende il

(1)   Urim e Tummim sono due parole ebraiche che significano Dottrina e Verità, posta su quella parte delle vesti pontificali d’Aaronne detto il Razionale. Vedi Esodo, c. XXVIII.

[298]

periodo di mille anni, cioè dal tempo di Sedecia re di Giuda sino all’anno 420 dopo la redenzione. In questi male scritti ricordi, che chiamar si potrebbero informi religiosi romanzi, si pretende di dar la vera storia degli aborigeni o indiani del continente d’America, colà migrati da Gerusalemme circa seicento anni prima dell’era cristiana sotto un certo Judeo Lehi, i di cui figli arrivati in quelle regioni formarono due popoli, uno fedele alle leggi di Mosè e l’altro cattivo e barbaro: il primo chiamavasi il popolo di Nefi; le genti del secondo andavano sotto il nome di Lamaniti: indi parla delle loro apostasie, dei pellegrinaggi, delle avventure e delle guerre che per mille anni disturbarono quelle nazioni. Varj profeti furono da Dio mandati ai Nefiti ed ai Lamaniti durante quel periodo; il Messia stesso del mondo loro apparve dopo la sua risurrezione in Gerusalemme: anche fra le tribù d’America egli scelse dodici apostoli a predicare la sua dottrina. Ma dopo molti anni quei popoli si diedero all’irreligione ed al peccato, perciò il Signore suscitò i più cattivi a distruggere il suo popolo, di modo che, secondo la storia del profeta Moroni, circa duecentotrentamila persone vennero uccise nell’ultima battaglia vicino al colle Camora, ed egli solo rimase superstite della sua tribù a ricordarne il fatto, mediante l’epilogo delle vicende dei Nefiti sulle predette lamine d’oro, le quali per divina ispirazione egli nascose sul colle Camora.

Si hanno documenti sufficienti a provare che il libro così detto di Mormone fu scritto da un certo ministro Spaulding, il quale lo intitolò il trovato manoscritto. Dopo la sua morte nel 1816 cadde nelle mani di Giuseppe Smith, uomo ignorante, ma sufficientemente avveduto per farne un pessimo uso, publicandolo come miracoloso e d’ispirazione divina. Nonostante la massiccia impostura sulla quale quel libro era basato, il pro-

[299]

feta con alcuni compagni che diceva di avere scelto per divina rivelazione, cominciò a predicare, e si formò tra non molto un numero di discepoli, i quali venivano battezzati per immersione, prendendo il nome di Santi degli ultimi giorni, ma più comunemente di Mormoni.

Nel 1833 fabbricarono un tempio nello stato dell’Ohio colla spesa di 200,000 franchi, ma trovandosi poi in grandissimi debiti e guai fra di loro, molti emigrarono nello stato del Missouri, ove per comando di Dio al profeta dovevano edificare l’eterna città di Sionne ed il tempio. Ma invece di tutto ciò nel 1838 furono dalle unite forze dei Missouriani scacciati dallo Stato a motivo delle perniciose loro dottrine contrarie al Governo e per la loro insubordinazione alle leggi. Finalmente sul principiar del 1839 si rifugiarono nello stato dell’Illinois sulla sponda del Mississippì: là cominciarono sopra una bellissima pianura la città di Naovoo, che ora conta da otto a diecimila abitanti (1). I Mormoni sono da alcuni anni occupati nella costruzione di un gran tempio dall’architettura tutto particolare; il falso profeta dice ai suoi seguaci d’averne ricevuto il disegno per ispirazione divina. Il numero di questi fanatici giusta il loro proprio calcolo, è non meno di centomila, molti dei quali sono in Inghilterra e nel Canadà.

Il lettore deve essere impaziente di sapere qualche cosa circa le dottrine che distinguono i Mormoni dalle altre sette; perciò noi daremo qui un sunto sufficiente a soddisfare il suo giusto desiderio.

Primieramente i Mormoni credono nella divinità della santa Scrittura e professano una simile venerazione per il libro di Mormone, detto anche Bibbia dei Mormoni. La redenzione di Gesù Cristo dicono avere di già sal-

(1)   Vedi la geografia alla fine del secondo libro.

[300]

vato tutto il genere umano, perciò i fanciulli prima della età della ragione, morendo, vanno in paradiso, il battesimo non essendo loro necessario. Il battesimo per immersione di tutto il corpo è una necessaria condizione per la remissione dei peccati commessi dagli adulti. Questo sacramento, secondo la loro teologia, è applicabile alle anime dei loro parenti o amici morti in età adulta senza averlo ricevuto. Alcuni Mormoni in conseguenza si fecero battezzare più volte. Mediante l’imposizione delle mani dei loro apostoli e ministri in nome di Gesù Cristo, credono di ricevere il dono di rivelazione, di profezia, di visioni, di apparizioni degli angioli, di guarire gli infermi, di operare miracoli, insomma tutti i doni dei quali si parla nella Bibbia. Credono inoltre che nella chiesa vi devono sempre essere apostoli e profeti come quelli del nuovo testamento. I Mormoni accusano la Chiesa cattolica e tutte le sette protestanti d’avere apostatato dalla vera dottrina del vangelo, e perciò il mondo intiero per circa mille e quattrocento anni essere stato senza la vera Chiesa. Si pretende che la setta di questi fanatici fu da Dio suscitata per preparare il mondo alla seconda venuta del Messia nelle nuvole del cielo in gran potere e gloria, e che questo avvenimento preceduto dall’universale ruina, e giudizio di tutti i regni della terra, è ora vicino. In mezzo a questi disastri il regno di Dio sulla terra rimarrà immobile e trionfante.

La teologia dei Mormoni è principalmente l’opera d’un certo P. Pratt, il quale insegna che tutte le profezie della Bibbia hanno un senso puramente letterale: alcune di esse ebbero il loro compimento, altre poi sono a questo vicine. Il deluso e malizioso scrittore, ad eccitare entusiasmo nei suoi ignoranti seguaci, fa una descrizione della bellezza e perfezione della terra prima della caduta d’Adamo, indi ne deplora il suo presente

[301]

stato, e citando varie profezie nel senso letterale, predice che il mondo alla seconda venuta di Cristo verrà ristabilito nella sua originale perfezione. Le varie parti del globo e le isole si uniranno in un solo continente; non vi saranno valli né montagne o strade tortuose; i deserti saranno fiorenti e tutta la natura cambiata in un delizioso giardino; gli animali feroci fatti mansueti vivranno insieme; i giusti abiteranno la terra godendo dei suoi frutti in perfetta pace, vestiti di lino bianco confacevole all’immortalità.

Fra i sogni più rimarchevoli di questo uomo, può considerarsi quello che tutti i Giudei risusciteranno per recarsi ancora alla terra d’Israele ove rifabbricheranno l’antica Gerusalemme, e avranno Davidde per loro re, e Adamo coi capelli bianchi come la lana, seduto in dignità, saluterà tutti i patriarchi, i profeti, gli apostoli e tutti i giusti si saluteranno a vicenda mentre il Messia stesso loro darà del pane e del vino. Queste saranno le nozze dell’Agnello.

Prima della seconda venuta di Gesù Cristo, insegna la dottrina dei Mormoni, che si fabbricherà la grande città di Sionne, luogo del santuario del Signore, ove l’oro si userà invece dell’ottone, l’argento in luogo del ferro, l’ottone invece del legno, e il ferro in luogo di pietra. I falsi profeti della setta predicono che la nuova Gerusalemme, della quale parlasi nella scrittura, sarà edificata in America, giusta la forma dell’antica, e che servirà per i discendenti del patriarca Giuseppe, cioè gli indiani d’America e quelli che a loro s’uniranno.

L’antica e la nuova Gerusalemme e la città di Sionne, secondo le predizioni di Ezechiele e altri profeti della Bibbia e del libro di Mormone, continueranno in pace e prosperità per lo spazio di mille anni, chiamato il

[302] 

millenio; ma poi quando i cieli e la terra verranno rinnovati, allora queste città saranno sollevate in aria coi loro abitanti, ove cambiate e fatte nuove, dopo la catastrofe, una discenderà sulla terra d’America e l’altra sopra il sito che aveva prima occupato, e là resteranno per tutta l’eternità. Ecco il bel paradiso di questi fanatici.

L’idea dei Mormoni sopra la divinità è affatto materiale: il loro teologo P. Pratt citato dal suo compagno J. Taylor, insinua nei suoi scritti che Dio, avendo creato l’uomo a sua imagine, egli stesso ha per conseguenza un corpo materiale come il nostro: difende l’assurda sua dottrina con varie espressioni della santa Scrittura, ove questa, parlando di Dio, usa le parole faccia, mano, braccio, orecchio, dito, piede, ecc. Oltre il corpo materiale credono la divinità soggetta alle passioni della collera, dell’odio, della furia, della vendetta, ecc., nel senso che queste parole hanno quando parlasi degli uomini. Il Dio dei Mormoni potrebbe giustamente chiamarsi un nuovo Giove.

Ora gioverà osservare che una religione, quantunque stravagante ed assurda nelle sue dottrine, trova sempre dei seguaci fra i protestanti, allorquando i suoi autori sanno citare in sua difesa numerosi passi della Bibbia. I predicatori del Mormonismo avevano così bene studiato la Bibbia da essere in istato di convincere gli uditori che i loro dogmi erano un complesso di profezie e di vangelo: perciò convertirono moltissimi del popolo, e non pochi ministri protestanti. Sembra quasi incredibile che vi sia un popolo così chiaro d’intelletto, così avveduto negli affari di questo mondo, così intraprendente e così amante della lettura come gli americani degli Stati-Uniti, e nel medesimo tempo tanto facile a credere tutti gli errori inventati dalla malizia e dal fanatismo religioso. Ma di cosa sono gli uomini

[303]

capaci fuori della Chiesa cattolica? Potranno essi senza di lei trovare la verità? saranno essi capaci di tenersi fermi ad una dottrina? troveranno essi un fondamento sul quale edificare? Il grande Apostolo delle genti ci risponde nella sua lettera a Timoteo che essi, sempre imparando, non arrivano mai alla conoscenza della verità (II, iii, 7), e scrivendo agli Efesini gli chiama fanciulli vacillanti e portati qua e là da ogni vento di dottrina pei raggiri degli uomini, per le astuzie onde seduce l’errore (iv, 14); nega finalmente qualunque fondamento di vera dottrina fuori della casa di Dio, che dichiara essere la Chiesa di Dio vivo, colonna e appoggio della verità. (I. Tim. iii, 15).

Di questa digressione impari il cattolico ad essere mai sempre grato al Signore pel celeste dono della fede a lui concesso in preferenza di tanti altri, ora diventi la vittima dell’errore e del fanatismo religioso. Il protestante poi, vedendo le tristi conseguenze e gli eccessi ai quali l’interpretazione particolare della Bibbia porta i religionarj, abbandoni il falso sistema della riforma, professando obbedienza alla Chiesa, fuori della quale non trovansi che le fallaci dottrine di quegli uomini dei quali profetizzava il Messia dicendo: E usciranno fuora molti falsi profeti, e sedurranno molta gente. (Matteo xxiv, 11).

Di ritorno alla città di Burlington, dopo la sua visita al falso profeta, il Missionario vi dimorò sino alla prima settimana di quaresima, quando partì per Galena che distava centoottanta miglia. Fece parte di quel cammino sul ghiaccio del Mississippì, modo facilissimo di viaggiare con cavallo e slitta: il freddo però era più intenso degli altri anni, essendo stato la più parte del mese di marzo a circa dieci gradi sotto il punto ghiacciale.

Mappa alla fine del libro secondo, J. Willard Marriott Library, UofU

Fonti

- Padre Samuele Mazzuchelli 

- Massimo Mancini, Da Milano al Mississippi: Samuele Mazzucchelli (1806-1864) tra missione e riforma dell’Ordine Domenicano.

 

Commenti