Un paio di premesse al post: il concetto di razze umane è
puramente arbitrario e non è più considerato scientifico dal secondo dopoguerra
in quanto è stato smontato da genetica, biologia e antropologia. Anche all’epoca
in cui era popolare credere nell’idea di poter classificare gli esseri umani in base al colore
della pelle e altri tratti fisici, nessuno riusciva a mettersi d’accordo
su quante razze esistessero e come si dovessero dividere: già nel 1871 Darwin faceva notare nel suo libro L’origine dell’uomo e la selezione sessuale che gli studiosi avevano proposto dalle due alle ben sessantatré razze distinte. Per esempio mi fa sorridere pensare che diversi amici italiani che hanno frequentato la BYU si siano sentiti chiedere se gli italiani si ritenessero bianchi, mentre erano i mormoni dello Utah a non essere considerati bianchi da alcuni statunitensi durante il periodo poligamo. Quando uso il termine “bianco” intendo semplicemente un discendente di europei, mentre con “nero” uno che discende da africani subsahariani. Ho poi
deciso di tradurre nelle citazioni black con “nero” e negro con “negro”, termine desueto e a volte paternalistico ma che non aveva ai tempi l’accezione
esclusivamente negativa di oggi. Dato che in italiano alcuni articoli della Stella (per
esempio uno nel numero di giugno 1989 è intitolato “Green Flake,
pioniere negro”), vecchi manuali e libri usano questo
termine, preferisco mantenere il vocabolario uniforme nei post.
Joseph Smith, come molti uomini della sua epoca, aveva idee che oggi sono estremamente offensive riguardo le persone di origine africana e amerindiana. Varie chiese cristiane hanno un pesante bagaglio razzista e coloniale, ma poche lo hanno canonizzato nelle loro scritture e nella teologia quanto il mormonismo di Joseph Smith e poi la denominazione di Brigham Young.
Il fondatore del mormonismo insegnò che, dopo la caduta, Adamo ed Eva vissero nella contea di Jackson in Missouri, come racconta l’apostolo Heber C. Kimball: “Joseph venne a sapere dal Signore che Adamo visse nel territorio dell’America e che il giardino dell’Eden era situato dove oggi c’è la contea di Jackson” (Historical Record 7:439); fu in quell’area che Caino uccise suo fratello Abele. Genesi 4:10-15 parla della maledizione che Dio gettò sul fratricida dicendo “Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra». Caino disse al Signore: «Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Tu oggi mi scacci da questo suolo e io sarò nascosto lontano dalla tua presenza, sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, così chiunque mi troverà, mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui». Il Signore mise un segno su Caino, perché nessuno, trovandolo, lo uccidesse.” La natura del segno non è specificata ma David M. Goldberg, professore di religione all’Università di Città del Capo, dice che “il marchio nero di Caino, sebbene molto meno comune della maledizione di Cam, si trova nondimeno fra un certo numero di scrittori dell’anteguerra [di secessione] dal 1733 in poi” e cita l’abolizionista David Walker, che nel 1829 disse “alcune creature ignoranti non esitano a dirci che noi (i neri) siamo il seme di Caino […] e che Dio ha posto un colore scuro su di noi in modo che possiamo essere riconosciuti come loro schiavi!!!” (The Curse of Ham: Race and Slavery in Early Judaism, Christianity, and Islam, p. 178) Nel Libro di Mosè, parte della Versione Ispirata della Bibbia di Joseph Smith che oggi si trova nella Perla di Gran Prezzo, il patriarca Enoc ha una visione in cui “vide anche il resto dei popoli, che erano i figli di Adamo; ed erano un miscuglio di tutta la posterità di Adamo, salvo la posterità di Caino, poiché la posterità di Caino era nera, e non aveva posto fra loro” (Mosè 7:22), in quella che appare come una versione ante litteram della segregazione razziale, che tornerà nel discorso. Qui vediamo che canonicamente i discendenti di Caino sono neri. Lo storico Jonathan Stapley spiega inoltre che secondo
Brigham Young “L’assassinio di Caino non fu un mero fratricidio. Fu un colpo
contro la rete materiale del cielo, una frattura del cosmo. Abele doveva essere
uno snodo nella rete celeste, con un gran numero di discendenti e parenti.
Secondo questa visione gli uomini e le donne neri, i presunti discendenti di
Caino, non dovevano essere integrati nel sacerdozio cosmologico fino a quando
la posterità di Abele non fosse stata restaurata in qualche modo -fino a quando
lo squarcio creato dalla sua morte fosse stato sanato. Se Abele non poteva
avere un regno, non lo avrebbe avuto neanche Caino.” (The Power of Godliness,
p. 21) Dato che Caino aveva ucciso Abele prima che questi generasse i figli preordinati, i discendenti di Caino avrebbero avuto il sacerdozio solo quando ogni singolo spirito che avrebbe dovuto discendere da Abele (e quindi nato, a causa dell’omicidio, in altre famiglie) lo avesse ricevuto, migliaia di anni dopo.
Genesi 9: 20-27 racconta che dopo il diluvio Noè si era ubriacato ed era crollato nudo nella propria tenda; suo figlio Cam lo vide e chiamò i fratelli Sem e Jafet, probabilmente per farsi beffe di lui, ma questi con pietà filiale lo ricoprirono. Quando Noè si riprese e seppe dell’accaduto maledì Canaan, primogenito di Cam, dicendo: “'Maledetto sia Canaan! Sia servo dei servi de’ suoi fratelli!' E disse ancora: 'Benedetto sia l'Eterno, l’Iddio di Sem, e sia Canaan suo servo! Iddio estenda Jafet, ed abiti egli nelle tende di Sem, e sia Canaan suo servo!'” Seguendo la fantasiosa tavola delle nazioni di Genesi 10 Cam sarà l’antenato degli africani, Sem degli asiatici e Jafet degli europei e la maledizione verrà sfruttata da schiavisti musulmani e cristiani per ridurre in schiavitù gli africani.
Mappa del 1823 che ipotizza dove vivessero i discendenti di Sem, Cam e Jafet |
Vedere il padre nudo sembra una colpa triviale, quindi i dirigenti mormoni cercarono di trovare intenzioni più gravi da parte di Cam. L’apostolo Abraham H. Cannon scrive nel suo diario il 29 marzo 1892: “Chiesi a Jos[eph] F. Smith come mai Canaan, il figlio di Cam, fu maledetto al posto di Cam per aver denudato la persona di suo padre. Egli disse che si riconosce al profeta Joseph Smith l’aver detto che il peccato di Cam consisteva nell’aver tentato di castrare il proprio padre, Noè, e uccidere i suoi fratelli, Sem e Iafet, in modo da poter diventare la testa delle nazioni della terra. Cam aveva sposato una figlia di Caino e, attraverso di lui, la maledizione sopravvisse al diluvio. Il seme di questa unione sono gli Egiziani, che non sono neri, ma dopo la maledizione di Cam il suo seme divenne tutto nero. Da qui la differenza fra le razze che oggi abitano l’Africa.” L’apologeta Hugh Nibley sosteneva invece che Cam avesse spogliato Noè per rubargli i garments, quella stessa tunica di pelle che Dio aveva dato ad Adamo quando cacciò lui ed Eva dal giardino dell’Eden, che rappresentava il sacerdozio, e che per questo motivo il sacerdozio verrà precluso alla sua progenie (la versione di Nibley è riportata sempre a pagina 55 del manuale di istituto citato più sopra). Una spiegazione non troppo dissimile era stata data dall’apostolo Heber C. Kimball l’11 gennaio 1847, durante un discorso nel tabernacolo di Salt Lake City: “I figli di Cam vennero maledetti con la pelle nera poiché Cam aveva rimosso i vestiti da suo padre Noè, che aveva bevuto un po’ troppo vino.” (JD 4:172) In Abrahamo 1:27 si legge che Faraone, figlio di Egyptus, era parte “di quel lignaggio per il quale non poteva avere diritto al sacerdozio, nonostante che i faraoni avrebbero voluto reclamarlo da Noè tramite Cam”.
La maledizione sui discendenti di Cam non è limitata solo al colore della loro pelle e al divieto di detenere il sacerdozio, ma prevede anche la schiavitù come già detto. Quando parte della comunità mormone viveva nel Missouri, la quantità di Yankees che si era trasferita nello stato aveva destato le preoccupazioni degli schiavisti locali, che temevano che potessero contrastare la loro attività. I mormoni, nonostante le antipatie di alcuni di loro verso lo schiavismo, non si schierarono pubblicamente contro di esso. W. W. Phelps, editore dell’Evening and Morning Star, pubblicò un articolo nel numero di luglio 1833 che spiegava ai neri liberati le leggi per vivere nello stato ma che fece infuriare i Missouriani perché venne preso come un invito a trasferirsi lì; inoltre Free People of Color , il titolo dell’articolo, era ambiguo perché si rivolgeva alle “persone libere di colore” ma poteva essere letto come “Liberate le persone di colore”. In una dichiarazione scritta nota come “costituzione segreta” i Missouriani dissero che i mormoni, non contenti del fatto che “è stato accertato che avevano interferito con i nostri schiavi e hanno tentato di seminare dissensi e sollevare rivolte in mezzo a loro”, ora tramavano che, con l’arrivo di afroamericani liberi, “l’introduzione di una tale casta fra noi corromperebbe i nostri neri e li istigherebbe allo spargimento di sangue. Phelps pubblicò un supplemento il 16 luglio nel quale cercava di smorzare la tensione dicendo che “Per quanto riguarda gli schiavi, non abbiamo nulla da dire; a fronte dei meravigliosi eventi di quest’epoca, si sta facendo molto per abolire la schiavitù e colonizzare i neri in Africa. Deploriamo spesso la situazione dei nostri stati fratelli nel Sud e temiamo che talora, come è già successo, i neri si ribellino e versino sangue innocente, poiché sono ignoranti e ci vuole poco per portarli a disturbare la pace della società. Per farla breve, ci opponiamo all’ammissione di persone di colore libere nello stato e diciamo che nessuna di loro sarà ammessa nella Chiesa poiché siamo determinati alle leggi e alle costituzioni del nostro paese”. La ritrattazione non salverà la sua tipografia, che verrà distrutta quattro giorni dopo dai Missouriani.
David Whitmer, che viveva lì e che l’anno successivo sarebbe diventato presidente della Chiesa in Missouri, racconta che i mormoni “Vissero in pace nella contea di Jackson fino all’inizio dell’estate del 1833, quando sorsero difficoltà fra la Chiesa e i cittadini del paese. Non saprei dire cosa provocò inizialmente quelle difficoltà, tranne che la Chiesa era composta principalmente da gente dell’Est e del Nord che era opposta alla schiavitù e che c’erano fra di noi un po’ di persone ignoranti e sciocche che si vantavano di continuo davanti alla gente della contea di Jackson che intendevano entrare in possesso dell’intero paese, erigere un tempio ecc. Questo ovviamente causò rancore ed incitò l’aspra rivalità delle altre denominazioni religiose.” (Kansas City Daily Journal, 5 giugno 1881) Quando gli viene chiesto in un’intervista: “Colonnello, credete che la questione della schiavitù ebbe qualcosa a che fare con le difficoltà con i mormoni?” Thomas Pitcher, che era stato comandante della milizia della contea di Jackson nel 1833 e uno dei firmatari della costituzione segreta, dovrà ammettere: “No, non credo che la questione avesse nulla a che farci. È vero che i mormoni erano gente del Nord e dell’Est e free soilers, ma non interferivano con i negri e a noi non interessava se possedevano schiavi o no.” (Kansas City Daily Journal, 19 giugno 1881) Anche Brigham Young ribadì in un discorso al tabernacolo di Salt Lake City del 18 febbraio 1855: “Durante il nostro primo insediamento in Missouri venne detto dai nostri nemici che era nostra intenzione interferire con gli schiavi; non che noi avessimo idee di quel tipo, dato che una cosa del genere non ci passò mai per la mente. Sapevamo che i figli di Cam dovevano essere ‘servi dei servi’ e nessun potere sotto il cielo poteva impedirlo finché il Signore avrebbe permesso loro di essere in balìa della maledizione, e si sapeva che quelle erano le nostre idee religiose in merito ad essi. Eppure la falsa rappresentazione dei nostri nemici trovò orecchie aperte fra quelli che avevano pregiudizi contro di noi e fummo cacciati dalle nostre case a causa dei timori della gente e il pregiudizio che era stato sollevato contro di noi in conseguenza di ciò.” Dopo gli scontri e l’espulsione dei mormoni dalla contea di Jackson, Joseph Smith dichiarò diverse volte non solo che la Chiesa era neutrale sul tema della schiavitù, ma anche che la Bibbia la permetteva, sebbene Dottrina e Alleanze 101:79 avesse dichiarato: “Perciò non è giusto che qualcuno sia in schiavitù rispetto ad un altro.” (Dicembre 1833)
Il 17 agosto 1835 Dottrina e Alleanze 134:12 proclama: “Noi crediamo che
sia giusto predicare il Vangelo alle nazioni della terra e avvertire i
giusti di salvarsi dalla corruzione del mondo; ma non crediamo che sia
giusto interferire con gli schiavi, né predicare loro il Vangelo o
battezzarli contrariamente alla volontà e al desiderio dei loro padroni,
né intromettersi o influenzarli minimamente per far sì che siano
insoddisfatti della loro condizione in questa vita, mettendo con ciò in
pericolo delle vite umane; noi crediamo che una tale interferenza sia
illegale, ingiusta e pericolosa per la pace di ogni governo che permette
che degli esseri umani siano tenuti in schiavitù.”
Camillo Procaccini, l'ebbrezza di Noè |
In una sua lettera pubblicata nel Messenger and Advocate dell’aprile 1836, Joseph Smith scrisse chiaramente: “Non credo che le persone del Nord abbiano più diritto di dire che il Sud non debba avere schiavi di quanto non ne abbia il Sud di dire che il Nord dovrebbe”, aggiungendo: “Dopo essermi espresso così liberamente sul soggetto, non dubito che coloro che si sono fatti avanti per alzare le loro voci contro il Sud grideranno contro di me per essere spietato, insensibile e inclemente -del tutto privo di conoscenza del Vangelo di Cristo. È dunque mio privilegio menzionare certi passaggi dalla Bibbia ed esaminare gli insegnamenti degli antichi sulla questione, siccome è incontrovertibile il fatto che la prima menzione che abbiamo della schiavitù si trovi nella Sacra Bibbia, pronunciata da un uomo che era perfetto nella sua generazione e che camminava con Dio. E quella predizione, lungi dall’essere contraria alla mente di Dio, rimane come monumento duraturo dei decreti di Geova, per la vergogna e la confusione di tutti coloro che hanno gridato contro il Sud in conseguenza del loro mantenere i figli di Cam in schiavitù!
'Maledetto sia Canaan! Sia servo dei servi de' suoi fratelli!' E disse ancora: 'Benedetto sia l’Eterno, l’Iddio di Sem, e sia Canaan suo servo! Iddio estenda Jafet, ed abiti egli nelle tende di Sem, e sia Canaan suo servo!' – Gen. 8:25, 26, 27
Tracciate la storia del mondo da questo evento notevole fino a questo giorno e vedrete l’avverarsi di questa singolare profezia. Quale abbia potuto essere il disegno dell’Onnipotente in questo straordinario evento non spetta a me dirlo; ma posso dire che la maledizione non è stata ancora rimossa dai figli di Canaan, né lo sarà finché verrà toccata da un potere tanto grande quanto quello che la ha portata a esistere. E le persone che interferiranno al minimo con i decreti e gli scopi di Dio in tale questione subiranno la minima condanna al Suo cospetto. E coloro che sono determinati a seguire un corso che mostra opposizione e una febbrile irrequietezza contro i disegni del Signore impareranno, quando sarà forse troppo tardi per il loro stesso bene, che Dio può svolgere la propria opera senza l’aiuto di coloro che non sono guidati dal suo consiglio.”
Nell’Elders’ Journal di luglio 1838, alla domanda se i mormoni fossero abolizionisti, la risposta del profeta è: “No, a meno che liberare gli uomini dalle congiure dei preti e i sacerdoti dal potere di Satana si possa considerare in tal modo. Ma non crediamo nel liberare i negri.”
A Nauvoo Joseph Smith subirà l’influenza dell’abolizionista John C. Bennett, il suo assistente nella Prima Presidenza e sindaco della città. In una lettera a Bennett del 7 marzo 1842 in merito alla schiavitù ammette che “mi fa ribollire il sangue riflettere sull’ingiustizia, crudeltà e oppressione dei governanti del popolo. Quand’è che cesseranno queste cose e la costituzione e le leggi avranno di nuovo potere?” (Times and Seasons, 15 marzo 1842). Sebbene le sue opinioni personali fossero ora più moderate, dirà comunque il 2 gennaio 1843: “Se dovessi avere qualcosa a che fare coi negri, li confinerei con leggi strette alla loro stessa specie e darei loro l’eguaglianza a livello nazionale” (HC 5:218-219), dando loro quindi gli stessi diritti dei bianchi ma segregandoli come sarebbe avvenuto dopo la guerra di secessione. Quando nel 1844 si candiderà alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti proporrà di acquistare gli schiavi entro il 1850 usando il ricavato della vendita di terre federali e liberarli, analogamente a quanto fatto nello Slavery Abolition Act 1833, col quale l’impero britannico aveva posto fine alla schiavitù nei suoi territori comprando gli schiavi e concedendo loro la libertà. Martin B. Hickamn, preside della facoltà di scienze sociali della BYU, fa però notare che negli Stati Uniti del 1844 vivevano quasi 3 milioni di schiavi e che il prezzo medio di uno schiavo era di oltre 500 dollari, mentre le spese federali ammontavano a 23 milioni di dollari e la vendita di terreni pubblici negli anni ’40 dell’Ottocento portava alle casse federali solo un paio di milioni all’anno. (Dialogue, autunno 1968, p. 35) Comprare tutti gli schiavi entro sei anni avrebbe richiesto una spesa attorno agli 1,5 miliardi di dollari, ossia 250 milioni ogni anno. L’idea sembra ottimista e nobile, ma Smith spiegherà meglio le sue motivazioni in una riunione al tempio di Nauvoo del 7 marzo 1844: “Ora ufficiali inglesi stanno percorrendo tutto il Texas per stabilire l’influenza britannica in quel paese. Sarebbe più onorevole per noi ricevere il Texas e liberare i negri, e usare i negri e gli indiani contro i nostri nemici. […] Il Sud è l’ago della bilancia. Annettendo il Texas posso sbarazzarmi di questo male. Non appena il Texas fosse annesso, libererei gli schiavi in due o tre stati dando un indennizzo ai loro padroni e manderei i negri in Texas e dal Texas al Messico, dove tutti i colori sono uguali. E se questo non fosse sufficiente, farei ricorso al Canada e lo annetterei.” (HC 6:243-244) Dato che i coloni statunitensi volevano che il Texas permettesse la schiavitù, illegale in Messico, avevano fatto secessione dal Messico nel 1836 e avevano fatto richiesta di entrare negli Stati Uniti. Il governo statunitense però temporeggiava temendo uno scontro col Messico e che un nuovo stato schiavista inasprisse la situazione politica interna. La Gran Bretagna voleva invece impedire che gli Stati Uniti si espandessero verso ovest e cercava di influenzare il Texas e per questo Joseph Smith voleva che amerindiani e schiavi liberati facessero da cuscinetto fra Texas e Messico. Ironicamente saranno l’apostolo Lyman Wight e il suo gruppo scismatico a fare da scudo fra Comanche e Texani, essendosi trasferiti nella regione nel 1847 per poco più di un decennio prima di entrare nei ranghi della Chiesa Riorganizzata. Saranno gli insegnamenti di Joseph Smith degli anni ’30 che influenzeranno i mormoni dello Utah più che quelli degli anni ’40.
Joseph Smith III |
Diversi apostoli parlarono della maledizione di Caino e di Cam a Nauvoo: Orson Hyde riportò nella riunione del Consiglio dei Cinquanta del 22 marzo 1845 che quando era stato a Saint Louis “Poi dichiarai loro il mio parere su tali individui raccontando come giunsero i negri. Dissi loro che nel consiglio nei cieli, quando Satana si ribellò, c’erano alcuni che presero parte attivamente alla ribellione ma che erano troppo codardi per essere capi della ribellione con Lucifero e gli altri. I capi della ribellione vennero precipitati dal cielo all’inferno e furono condannati a rimanere senza corpi, ma gli altri i cui crimini non erano tanto grandi furono maledetti con nerezza e divennero spiriti neri. Quando Caino uccise suo fratello Abele sulla terra, l’Onnipotente lo maledisse e pose un marchio su di lui, o piuttosto lo rese nero in modo da dare agli spiriti neri la possibilità di scendere e prendere corpi come i loro; e gli spiriti neri che prendono corpi neri ha creato i negri.” Dato che sarebbe stato ingiusto punire i discendenti di Caino per la colpa del padre, Hyde spiega che la posterità del fratricida era composta da questi spiriti colpevoli di non essere stati valorosi durante la guerra nei cieli, inaugurando così una spiegazione che avrà lunga vita fra i mormoni dello Utah. John Taylor scrisse invece nel Times and Seasons del 1° aprile 1845 che “I discendenti di Cam, oltre alla pelle nera che è sempre stata una maledizione che ha seguito un apostata del santo sacerdozio, così come un cuore nero, sono stati servi sia di Sem che di Jafet e gli abolizionisti stanno cercando di vanificare la maledizione di Dio, ma richiederà più potere di quanto non ne abbia l’uomo per contrastare i decreti della saggezza eterna.”
Brigham Young e i suoi seguaci lasciarono Nauvoo l’anno successivo ma, mentre svernavano a Winter Quarters, un membro afroamericano di nome William McCary cominciò a sostenere di essere la reincarnazione di Adamo e a praticare matrimoni poligami con cerimonie di natura sessuale, raccogliendo un discreto numero di seguaci. McCary venne presto scomunicato e il 25 aprile 1847 Parley P. Pratt criticò coloro che “vogliono seguire questo uomo nero che ha in sé il sangue di Cam, il cui lignaggio è stato maledetto in merito al sacerdozio.” La reazione a McCary è il primo caso in cui viene insegnato che i neri non hanno il diritto al sacerdozio e, quando alla fine dell’anno Brigham Young organizzerà nuovamente la Prima Presidenza, le sue decisioni non saranno più prese con l’autorità di presidente del Quorum dei Dodici ma con quella di presidente della Chiesa.
I primi mormoni giunsero nello Utah nell’estate 1847: lo schiavo Green Flake (che nel 1850 verrà ceduto dai suoi proprietari alla Chiesa come decima) conduceva il carro dal quale Young disse le famose parole: “È abbastanza, questo è il posto giusto. Continuate” e altri due schiavi, Hark Lay e Oscar Crosby, facevano parte di quella prima compagnia. Fra i pionieri ci furono alcuni membri del Sud che possedevano circa un centinaio di schiavi in totale: i più noti sono il futuro apostolo Charles C. Rich e Abraham O. Smoot, che sarà sindaco di Salt Lake City e Provo, nonché uno dei fondatori della Brigham Young Academy (oggi BYU). Inizialmente la condizione servile era tollerata e informale, per esempio l’apostolo Willard Richards scrisse in una lettera del 25 luglio 1849 a Thomas Kane che “Sulla schiavitù, l’antischiavismo, le clausole di Wilmot ecc. noi, nella nostra organizzazione, siamo rimasti silenti; li lasciamo alle regole della common law.” Lo Utah diventerà un territorio degli Stati Uniti nel 1850 con Young come governatore e gli verrà concesso di decidere se legalizzare o proibire la schiavitù nelle sue frontiere in virtù del Compromesso del 1850. Il 4 febbraio 1852 Brigham Young farà approvare l’Act in Relation to Service, che permetteva di possedere schiavi neri (il 7 marzo diventa legge l’Act for the relief of Indian Slaves and Prisoners, rendendo lo Utah uno dei rari casi negli Stati Uniti in cui era legale la schiavitù di entrambi i gruppi) e prevedeva anche che un bianco che avesse rapporti sessuali con un nero pagasse una multa fra 500 e 1.000 dollari e venisse incarcerato fino a 3 anni. Durante la seduta comune della legislatura del 23 gennaio, nella quale si era discusso riguardo la legalizzazione della schiavitù, Young aveva detto: “Farò l’osservazione in merito alla schiavitù che, nella misura in cui crediamo nella Bibbia, nella misura in cui crediamo nelle ordinanze di Dio, nel sacerdozio e negli ordini e decreti di Dio, noi dobbiamo credere nella schiavitù. Questa razza di colore è stata sottoposta a dure maledizioni che si sono attirati sulle loro famiglie e sui loro ranghi nelle loro varie capacità. Fino a quando la maledizione sarà rimossa da Colui che la ha posta su di loro, essi devono soffrire sotto le sue conseguenze; non sono autorizzato a rimuoverla. Sono un fermo credente nella schiavitù.” Aggiunge che per quanto riguarda il battesimo e la salvezza “l’africano nero ha esattamente gli stessi privilegi dell’uomo bianco. Ma non possono prendere parte al sacerdozio; non possono presiedere; non possono presiedere in alcun posto fino a quando la maledizione è loro rimossa: essi sono 'servi dei servi'” perché “Quando il Signore Iddio maledì l’antico Caino disse: 'Fino a che l’ultima goccia del sangue di Abele avrà ricevuto il sacerdozio e avrà goduto delle sue benedizioni, Caino porterà la maledizione'; dopodichè è determinato che Caino avrà la sua parte, ma non fino ad allora; di conseguenza credo fermamente che debbano dimorare in servitù.”
Brigham Young |
Il 5 febbraio spiegò in un’altra sessione congiunta perché era importante non avere unioni interrazziali: “Se il mio seme si mescolasse a quello di Caino, ciò porterebbe la maledizione su di me e sulle mie generazioni: raccoglieremmo la stessa ricompensa di Caino.” Qualche mese dopo, il 29 agosto 1852, Orson Pratt ricordò al Tabernacolo che nascere all’interno del popolo del Signore era un’enorme benedizione: “Vi ho già detto che gli spiriti degli uomini e delle donne hanno tutti avuto un’esistenza precedente nei cieli, migliaia di anni fa, alla presenza di Dio; e vi ho già detto che fra di loro ci sono molti spiriti che sono più nobili e più intelligenti di altri […] Il Signore non li ha tenuti da parte gli ultimi cinque o seimila anni e messi in attesa dei loro corpi per mandarli fra gli Ottentotti, i negri africani, gli indù idolatri o qualsiasi altra nazione decaduta che vive sulla faccia di questa terra. Non sono tenuti in riserva al fine di giungere per ricevere una così degradata genitura sulla terra; no, il Signore non è un essere simile; la Sua giustizia, bontà e pietà saranno magnificate per coloro che sono stati scelti prima di esser nati; ed essi desiderano venire, e verranno fra i santi dell’Iddio vivente; questo sarà il loro più alto piacere e gioia, sapere che potranno avere il privilegio di essere nati in tale nobile genitura.” (JD 1:62-63)
Tale privilegio non era da trattare con leggerezza o da profanare: l’8 marzo 1863 Brigham Young spiegò in modo molto netto dal pulpito del Tabernacolo cosa sarebbe successo se un mormone si fosse sposato con un nero: “Dovrei dirvi la legge di Dio in merito alla razza africana? Se l’uomo bianco che appartiene al seme prescelto mescola il proprio sangue con il seme di Caino, la pena sotto la legge di Dio è la morte sul posto. Sarà sempre così.” (JD 10:110) George Q. Cannon della prima presidenza scrisse nel suo diario il 16 dicembre 1897 che, durante un incontro fra la Prima Presidenza e alcuni apostoli nel tempio di Salt Lake, “Sorse anche la domanda se un uomo bianco che sposava una donna con sangue nero nelle sue vene potesse ricevere il sacerdozio. Ho spiegato ciò che il presidente Taylor mi insegnò in merito a tale questione quando ero un ragazzo a Nauvoo; egli lo aveva ricevuto dal profeta Joseph, il quale disse che un uomo che detiene il sacerdozio che dovesse sposare o associarsi a una negra o a qualcuno di quel seme, se le pene della legge fossero messe in atto su di lui, egli, ella e la progenie sarebbero uccisi; che era contrario alla legge di Dio che un uomo che detiene il sacerdozio si associ a quel seme. In questo caso che ci venne sottoposto, un uomo bianco aveva sposato una donna che non sapeva di avere sangue negro in lei; se però egli dovesse ricevere il sacerdozio e continuare la sua associazione con sua moglie, i discendenti del matrimonio potrebbero fare rivendicazioni che interferirebbero con gli scopi del Signore e con la Sua maledizione sul seme di Caino.”
La minaccia di morte non rimase senza seguito. Nel dicembre del 1886 a Salt Lake City venne ucciso e mutilato l’afroamericano mormone Thomas Coleman (o Colburn), sul cui petto si trovò un biglietto con la scritta “Avviso a tutti i negri. Attenzione. Lasciate stare le donne bianche.” La natura delle ferite porta a pensare che si sia trattato di un caso di espiazione di sangue, la dottrina secondo la quale colpe tanto gravi da non essere riscosse dall’espiazione di Cristo possono essere espiate solo versando il sangue del peccatore.
George Reynolds, Settanta e segretario della Prima Presidenza, ribadì la linea sull’origine della maledizione nel Juvenile Instructor (periodico semiufficiale della scuola domenicale) del 15 ottobre 1868: “Prima di tutto esamineremo i risultati dell’approvazione o dello scontento divino verso il suo popolo cominciando con la credenza che una pelle nera sia un marchio della maledizione celeste imposta su una certa parte dell’umanità. Alcuni argomenteranno tuttavia che la pelle nera non sia una maledizione né la pelle bianca una benedizione. In effetti alcuni sono stati tanto stolti da credere e dire che la pelle nera sia una benedizione e che il negro sia il più fine esempio dell’uomo perfetto che vive sulla terra, ma per noi tali insegnamenti sono stolti. A noi pare di capire che quando Dio ha creato l’uomo a propria immagine e lo dichiarò ottimo, egli lo creò bianco. Non abbiamo nessuno scritto che qualcuno dei servi favoriti di Dio sia della razza nera. Tutti i suoi profeti e apostoli appartennero alla più bella razza sulla faccia della terra -Israele, che ancora oggi rappresentato nella dispersa tribù di Giuda porta l’immagine della sua passata bellezza. In questa razza è nato suo figlio Gesù, che ci è detto essere stato molto bello e “nell’espressa immagine della persona di suo padre” e ogni angelo che abbia mai portato un messaggio della pietà di Dio all’uomo era bello a vedersi, rivestito nel bianco più puro e con un volto splendente come il sole di mezzogiorno.
Quando Dio maledì Caino per aver ucciso suo fratello Abele, pose su di lui un segno in modo che chiunque lo incontrasse potesse riconoscerlo. Nessun marchio poteva essere chiaro per i suoi altri esseri umani quanto una pelle nera. Questo era il marchio che Dio gli impose e che portano i suoi figli. Dopo il diluvio questa maledizione ricadde sul seme di Cam per via del peccato di loro padre e i suoi discendenti lo portano fino a oggi. La Bibbia ci parla solo poco delle razze che nacquero da Cam, ma da quel poco e dalle tradizioni di varie tribù siamo portati a credere che da lui vennero i Cananei, i Filistei, gli Egiziani e la maggior parte dei primi abitanti dell’Africa.
Nel Libro di Abrahamo, nella Perla di Gran Prezzo, ci è detto che l’Egitto venne scoperto da una donna che era una figlia di Cam, il figlio di Noè. Questa era probabilmente la prima porzione di Africa abitata dagli uomini dopo il diluvio, essendo la più vicina alla terra (Asia Minore) dove l’arca si posò e si insediarono i figli di Noè. Dall’Egitto le famiglie degli uomini si espansero gradualmente verso sud lungo il fiume Nilo e lungo i bordi del Mar Rosso e a ovest lungo le coste del Mediterraneo.”
Già nell’Ottocento non era chiaro se fosse stato Joseph Smith in persona
a vietare il sacerdozio ai neri. Oggi è certo che non sia stato lui
l’ideatore, tant’è che alcuni uomini con antenati neri ebbero il
sacerdozio alla sua epoca e Brigham Young stesso non lo attribuì mai a Joseph, anche se alcuni dirigenti che avevano conosciuto Joseph cominciarono a farlo dopo la morte di Young nel 1877. Il caso di Elijah Abel
è molto importante: in una riunione del 31 maggio 1879 da Abraham O.
Smoot, all’epoca sindaco di Provo e presidente della Brigham Young
Academy, l’allora profeta John Taylor, il suo segretario L.
John Nuttall e l’apostolo Brigham Young jr. interrogarono il patriarca
Zebedee Coltrin in merito ad Elijah Abel. Coltrin rispose che “Il
fratello Abel venne ordinato Settanta perché aveva lavorato al tempio
(doveva essere stato il secondo quorum) e, quando il profeta Joseph
venne a sapere del suo lignaggio, venne rilasciato dal quorum e un altro
messo al suo posto. Ero uno dei primi sette presidenti del quorum dei
Settanta all’epoca in cui venne rilasciato.” Aggiunse poi che “Durante
il lavaggio e l’unzione di fratello Abel a Kirtland lo unsi e, mentre
avevo le mani sul suo capo, mai ebbi una sensazione tanto spiacevole in
vita mia. Dissi ‘Non ungerò mai più un’altra persona che abbia sangue
negro in lui a meno che non mi sia comandato dal profeta’.” Da allora i dirigenti sostennero spesso che fosse stato Joseph Smith a comandare la regola, sebbene non ci fossero fonti riconducibili a lui.
Il 4 giugno successivo tuttavia l’apostolo Joseph F. Smith parlò con Abel stesso e “[…] disse che credeva che il ricordo di Coltrin in merito al rilascio
dal quorum dei Settanta di Abel fosse sbagliato, poiché Abel aveva in
suo possesso (e lo mostrò anche al fratello J. F. S.) il suo certificato
di Settanta datogli nel 1841 e firmato dagli anziani Joseph Young sr. e
A. P. Rockwood, oltre a uno ancor più successivo datogli in questa
città. Anche il racconto del fratello Abel sulle persone che lo hanno
lavato e unto nel tempio di Kirtland è in disaccordo con la
dichiarazione del fratello Coltrin, anche se disse che il fratello
Coltrin lo ordinò Settanta. Il fratello Abel dichiarò anche che il
profeta Joseph gli disse che aveva il diritto al sacerdozio.” Smith
manterrà questa versione per anni ma in una riunione con gli apostoli il
26 agosto 1908, quando era presidente della Chiesa ormai da qualche
anno, dichiarò che “l’ordinazione venne dichiarata nulla dal profeta
stesso.” La cosa era falsa e Smith era quello che meglio lo sapeva dato
che aveva avuto fra le mani proprio i certificati che dimostravano il
contrario; in questo modo tutt’altro che etico cercò di mettere fine
alla faccenda e ignorare il controverso precedente sull’onda di quanto
insegnato dai suoi predecessori. Suo figlio, l’apostolo e futuro profeta
Joseph Fielding Smith, difenderà questa linea prima spiegando
fantasiosamente in una lettera del 18 gennaio 1955 a Floren S. Preece
che c’erano due Elijah Abel e che quello ordinato Settanta non era
quello nero; poi però sosterrà anche lui in una lettera a Joseph H. Henderson
del 10 aprile 1963 che “Secondo la dottrina della Chiesa il negro, a
causa di qualche condizione di infedeltà in spirito -ossia nella
preesistenza, non è stato valoroso e per questo non gli è stata negata
la prova della mortalità, ma gli è stata negata la benedizione del
sacerdozio. Nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha
il privilegio del battesimo, della confermazione e dell’essere membro
con tutti gli altri, per ciò che concerne questa vita […] È vero che gli
anziani della Chiesa imposero le mani su un negro e lo benedirono
‘apparentemente’ col sacerdozio, ma non potevano dargli ciò che il
Signore aveva negato. È vero che Elijah Abel venne così ‘ordinato.’ Ciò
avvenne però prima che la cosa fosse sottoposta al profeta Joseph Smith
[…] Fu in seguito che il profeta Joseph Smith dichiarò che il negro non
doveva essere ordinato.”
Oltre al sacerdozio e ai matrimoni misti, un altro divieto imposto ai neri era quello del tempio: non potevano né ricevere l’investitura né essere suggellati e membri storici come Elijah Abel e Jane Manning James se li videro rifiutare più volte. Jane in particolare ebbe il dubbio onore di essere suggellata a Joseph Smith per l’eternità, ma da serva come lo fu per lui in vita, il 18 maggio 1894; la cerimonia avvenne per procura (dato che Jane non poteva entrare nel tempio di Salt Lake City, inaugurato l’anno precedente) con Zina D. Huntington, presidentessa della Società di Soccorso nonché vedova di Joseph Smith e Brigham Young, e Joseph F. Smith della Prima Presidenza. Comprensibilmente scontenta fece nuovamente appello ai dirigenti, tuttavia Wilford Woodruff spiegò nel suo diario il 16 ottobre dello stesso anno: “Non lo potevo fare poiché era contro la legge di Dio; dato che Caino aveva ucciso Abele, tutto il seme di Caino avrebbe dovuto aspettare la redenzione fino a quando tutto il seme che Abele avrebbe avuto, attraverso altri uomini, fosse stato redento.” Dato che in certi casi era difficile capire se qualcuno avesse antenati neri potevano crearsi situazioni paradossali come quella di Nelson Holder Ritchie, che aveva madre nera e padre bianco ma era stato adottato dopo essere rimasto orfano. Dato che non aveva conosciuto i genitori, riteneva che suo padre fosse un Cherokee e la madre una schiava mulatta e lui stesso veniva spesso ritenuto amerindiano per il suo colorito. Ritchie si era sposato con una donna bianca e molti suoi figli avevano un aspetto in tutto e per tutto europeo, tanto che le figlie Ollie ed Elizabeth avevano fatto l’investitura e si erano sposate al tempio rispettivamente nel 1899 e nel 1904, mentre il figlio Russell fu ordinato anziano nel 1970 e fece l’investitura due anni dopo; quando nel 1909 Ritchie e la moglie Annie chiesero al vescovo di poter essere suggellati, questo spiegò a malincuore di ritenere che Nelson avesse sangue africano e negò la richiesta dopo un lungo processo che era arrivato fino alla Prima Presidenza. Allo stesso modo anche Abel ebbe alcuni discendenti che furono ordinati anziani perché apparivano bianchi, come i figli Moroni ed Enoch, rispettivamente nel 1871 e 1900, e il nipote Elijah nel 1935.
Clark, Smith e McKay nel 1947 |
Nel secondo dopoguerra le Autorità Generali erano diventate più apprensive non solo perché la Chiesa si stava allargando a zone dove vivevano persone con antenati africani, ma anche perché nel 1948 la California aveva legalizzato i matrimoni interrazziali. L’ultimo stato che li aveva ammessi era stato l’Ohio nel lontano 1887 e il caso della California darà inizio a una reazione a catena: negli anni ’50 sarà seguita dall’Oregon, il Montana, i Dakota, il Colorado, l’Idaho e il Nevada. Sempre nel 1948 il presidente statunitense Harry S. Truman aveva ordinato la desegregazione dell'esercito (ordine esecutivo 9981) e la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva stabilito che era illegittimo fare accordi residenziali per escludere da un’abitazione persone per motivi razziali (Shelley v. Kraemer), un problema molto comune per le centinaia di migliaia di migranti neri che si stavano trasferendo per lavoro dal Sud alle città industriali. Quando non si potevano interdire gli afroamericani da un quartiere, spesso avveniva il fenomeno del white flight, in cui molti bianchi si trasferivano nelle villette singole dei nuovi quartieri suburbani a bassa densità. Thomas S. Monson ricorda in merito al suo trasferimento da Salt Lake City a Holladay che “Attorno al 1956 ci accorgemmo che il nostro vicinato si stava deteriorando. Lo notammo quell’Halloween dalla natura delle persone che venivano col pretesto di ‘dolcetto o scherzetto’. Gli elementi minoritari stavano traslocando nell’area in cui vivevamo e molte famiglie storiche si erano trasferite da tempo. Andai da Mark E. Petersen in cerca di consiglio […] Mentre parlavo a Mark del mio dilemma, chiedendomi se fosse ingiusto che mi trasferissi, disse semplicemente ‘I tuoi obblighi in quell’area sono conclusi. Perché non costruisci una casa nel mio rione?’” (On the Lord’s Errand: Memoirs of Thomas S. Monson, p. 184) Dalla sua descrizione è evidente che il quartiere non era peggiorato davvero ma che era solo una questione legata alla demografia di alcuni nuovi abitanti.
Quando Virgil H. Sponberg, un presidente di palo in California, scrisse alla Prima Presidenza per sapere se i membri dovessero socializzare o evangelizzare gli afroamericani locali, la lettera di risposta del 5 maggio 1947 disse: “Non si è mai fatto uno sforzo speciale per fare proselitismo fra la razza negra e non si dovrebbero certo incoraggiare i rapporti sociali fra i bianchi e i negri perché porterebbe ai matrimoni misti, che il Signore ha proibito. Questo movimento per provare ad abbattere le barriere sociali fra i bianchi e i negri, che ora ha ricevuto un certo supporto popolare, non è uno che dovrebbe essere incoraggiato perché significa inevitabilmente la mescolanza delle razze se portato alla sua conclusione logica.”
Fino all’inizio del Novecento i mormoni vivono e fanno proselitismo principalmente in Nordamerica, Europa germanica e Polinesia, ma si comincia a esplorare la possibilità di aprire ai missionari nuovi paesi. Nel 1903 si ristabilì una missione nell’Unione Sudafricana, dove secondo il censimento del 1904 c’erano oltre un milione di bianchi che costituivano poco più del 20% della popolazione. Il proselitismo era svolto soprattutto fra questi e si decise che un uomo che volesse il sacerdozio avrebbe dovuto dimostrare con un albero genealogico che tutti i suoi antenati venivano dall’Europa e poi ricevere il nulla osta dal presidente di missione; questo però impediva anche a diversi membri di sola origine europea ma senza la necessaria documentazione di avere il sacerdozio. Dopo una visita nel 1954 David O. McKay (presidente della Chiesa da tre anni) creò una nuova politica secondo la quale chi aveva antenati neri non poteva ricevere il sacerdozio ma, se non si poteva dimostrare il contrario, allora poteva riceverlo. Nel 1950 erano stati mandati i missionari anche nella confinante Rhodesia Meridionale (attuale Zimbabwe), dove vivevano più di 120.000 bianchi.
Nel 1925 la Chiesa si insedia in Argentina, dove solo una parte trascurabile della popolazione ha origini africane, e vengono battezzati principalmente immigrati tedeschi, italiani e spagnoli. Da qui nel 1928 vengono mandati i primi anziani nel vicino Brasile, nazione dove invece una parte significativa degli abitanti ha antenati neri (a causa del grande uso di schiavi nel passato), quindi si limitano a predicare nelle regioni meridionali perché sono abitate principalmente da coloni di origine tedesca. Quando però il dittatore brasiliano Getúlio Vargas proibì l’uso di lingue che non fossero il portoghese si rinunciò al tedesco, nel 1939 si tradusse il Libro di Mormon in portoghese e nacquero le prime congregazioni nelle grandi città. Il presidente della missione brasiliana Rulon S. Howells, per evitare che si desse per sbaglio il sacerdozio a persone dall’aspetto bianco ma con antenati neri, creò un programma genealogico per stabilire se i convertiti e i simpatizzanti fossero discendenti di ex schiavi e si istruiscono inoltre i missionari a cercare nei connotati o nelle foto di famiglia dei simpatizzanti eventuali lineamenti africani. Nel 1953 Howells scrive nel rapporto della missione che “nell’ultimo anno si sono svolti solo due battesimi in cui i membri della famiglia erano parzialmente discendenti di Caino.” Nonostante questi sforzi ci furono diversi casi in cui un dirigente locale scopriva di avere antenati neri e doveva essere rilasciato, creando situazioni spiacevoli quanto imbarazzanti: per questo motivo si decise nel 1965 di fare come in Sudafrica e concedere il sacerdozio a tutti gli uomini che non avessero antenati neri accertati.
Quando il lavoro missionario iniziò nel Pacifico occidentale, dove molti gruppi hanno la pelle molto scura, si decise a mano a mano che questi non erano di origine africana e potevano ricevere il sacerdozio: nel 1948 i Negritos delle Filippine vennero dichiarati idonei, nel 1958 i Figiani e nel 1964 gli aborigeni australiani.
Lowry Nelson |
Dai giorni del profeta Joseph fino ad oggi è dottrina della Chiesa, mai messa in dubbio da qualsiasi dirigente della Chiesa, che i negri non hanno diritto alle piene benedizioni del Vangelo. Inoltre le sue idee, per come le capiamo, sembrano prendere in considerazione il matrimonio misto fra le razze negra e bianca, un concetto che è particolarmente ripugnante per la maggior parte delle persone mentalmente normali dagli antichi patriarchi fino ad oggi. La regola di Dio per Israele, il Suo popolo eletto, è stata l’endogamia. Il moderno Israele [la Chiesa] è stato diretto in modo simile. Non siamo ignari del fatto che ci sia una crescente tendenza, soprattutto fra certi educatori come appare in quell’area, verso l’abbattere le barriere razziali per quanto riguarda il matrimonio misto fra bianchi e neri, ma non ha l’approvazione della Chiesa ed è contraria alla dottrina della Chiesa.”
Il 17 agosto 1949 esce la seguente dichiarazione della Prima Presidenza, che mette in chiaro la dottrina:
“L’atteggiamento della Chiesa in merito ai negri resta quello che è sempre stato. Non è una questione di dichiarazione di una politica, ma un diretto comandamento del Signore sul quale si basa la dottrina della Chiesa sin dai giorni della sua organizzazione, secondo la quale i negri possono diventare membri della Chiesa ma non hanno il diritto al sacerdozio al momento. I profeti del Signore hanno fatto diverse dichiarazioni su come opera questo principio. Il presidente Brigham Young ha detto: “Come mai così tanti abitanti della terra sono maledetti con una pelle nera? È giunta come conseguenza ai loro padri, che rigettarono il potere del santo sacerdozio e la legge di Dio. Essi scenderanno nella tomba. E quando tutto il resto dei figli avranno ricevuto le loro benedizioni nel santo sacerdozio, allora quella maledizione verrà rimossa dal seme di Caino, essi si alzeranno e possiederanno il sacerdozio e riceveranno tutte le benedizioni a cui noi ora abbiamo diritto.”
Il presidente Wilford Woodruff ha fatto la seguente dichiarazione: “Verrà il giorno in cui tutta quella razza verrà redenta e possiederà tutte le benedizioni che noi abbiamo ora.”
La posizione della Chiesa in merito ai negri può essere compresa quando si tiene a mente un’altra dottrina della Chiesa, ossia che la condotta degli spiriti nell’esistenza premortale ha qualche effetto determinante sulle condizioni e sulle circostanze nelle quali questi spiriti prendono la mortalità e che, anche se i dettagli di questo principio non sono stati resi noti, la mortalità è un privilegio che è dato a coloro che mantengono il loro primo stato; e che il valore del privilegio è così grande che gli spiriti sono disposti a venire al mondo e prendere dei corpi a prescindere dagli svantaggi del tipo di corpo che otterranno; e che fra questi svantaggi, la mancanza del godere nella mortalità delle benedizioni del sacerdozio è uno svantaggio che gli spiriti sono disposti a sostenere in modo da poter scendere sulla terra. Secondo questo principio non c’è alcuna ingiustizia in questa privazione della detenzione del sacerdozio da parte dei negri.”
Nelson, amareggiato, pubblicherà un articolo nel settimanale The Nation il 24 maggio 1952 nel quale dice che “questa infelice politica della Chiesa è fonte di imbarazzo e umiliazione per migliaia di suoi membri” e che non li aiuta a partecipare seriamente a programmi contro il pregiudizio. Manda il testo dell’articolo in anteprima a David O. McKay, presidente della Chiesa da un anno, e il suo segretario Joseph Anderson risponde il 23 maggio: “Il presidente McKay desidera che vi dica che ovviamente avete tutto il diritto di pubblicare tutti gli articoli che volete” ma “Vorrei tuttavia aggiungere per conto mio che quando un membro della Chiesa si contrappone a dottrine predicate dal profeta Joseph Smith e da coloro che gli sono succeduti nell’alto ufficio che egli ha detenuto, si muove verso una posizione personalmente molto pericolosa per lui.”
Il 17 maggio 1954 la Corte Suprema darà una grande picconata al regime di segregazione razziale della nazione quando in Brown v. Board of Education stabilirà che la segregazione nelle scuole pubbliche è incostituzionale, dando inizio al movimento per i diritti civili degli afroamericani. Per non allungarlo eccessivamente continuerò il tema nel prossimo post.
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